28 Set I dati Istat certificano la difficoltà di accesso al credito in Italia
Dopo un 2015 tutto sommato positivo (con una quota di 34 miliardi di euro per prestiti e finanziamenti), nel 2016 i dati riguardanti l’accesso al credito per le imprese italiane registrano una significativa flessione, seguendo gli altri indicatori economici che certificano tutte le difficoltà del Bel Paese (crescita del PIL a zero anche per il secondo trimestre del 2016).
Solo 17 miliardi di euro concessi ad imprese ed aziende tra gennaio e luglio 2016, nonostante i tassi di interesse quanto mai favorevoli, avendo raggiunto i minimi storici.
Le motivazioni di questo crollo del credito sono da ricercare nella decisa selezione che fanno ormai le banche (a causa delle sofferenze e della bassa redditività dei prestiti concessi) aprendo al credito solo per le aziende più solide.
Inoltre, fa specie notare che in paesi a noi affini per tassi di interesse e crescita del PIL (come la Francia), si registri un deciso incremento nelle erogazioni di prestiti, facendo dell’Italia uno dei paesi in controtendenza sulle politiche di accesso al credito.
La soluzione non può che coinvolgere il legislatore nella regolamentazione di enti come i Confidi, veri e propri agenti catalizzatori del territorio, che possono creare sinergie e collegamenti tra mondo bancario e piccola e media impresa, concretizzando la richiesta di credito del mondo imprenditoriale attraverso il proprio ruolo di garanti.